Artificial Demand
Quando riempi un recipiente di aria a 3 bar in un minuto hai bisogno di una certa portata (massica) X.
Quando riempi lo stesso recipiente a 6 bar in un minuto avrai bisogno di una portata doppia, 2X.
Parimenti se la pressione a monte di un’apertura viene aumentata, maggiore sarà la portata di aria che uscirà.
Praticamente la totalità degli utilizzatori finali di aria compressa sono “recipienti” dotati di ”aperture” che vengono riempiti e svuotati con una certa frequenza, dalle frazioni di secondo alle decine di secondi.
Quindi una rete di aria compressa settata a 6 barg consumerà circa il 25% in meno della stessa rete esercita a 8 barg.
La maggiore portata ovvero il maggiore consumo di aria dovuta alla pressione di esercizio è chiamata in gergo artificial demand.
L’artificial demand è un costo evitabile
L’artifical demand è responsabile, insieme alle perdite di rete, di quasi tutto il costo aggredibile dell’aria compressa, lato utilizzatore (basso capex).
Come abbiamo imparato nella precedente newletter il consumo di aria è direttamente correlato al costo finale dell’ara compressa. Aumenta il consumo aumentano i costi di esercizio, anche della tua azienda.
Quindi è importante che la rete di aria compressa sia esercita alla pressione corretta.
Hai misurato la pressione di rete nella tua azienda? Quant’è?
Quanto dovrebbe essere?
Non esiste un valore universale, dipende dalle apparecchiature installate. Come regola generale la pressione di rete deve essere la minima pressione di funzionamento stabile. È fondamentale infatti che l’aria compressa non sia d’intralcio alla produzione, come avviene in caso di blocco per bassa pressione aria compressa. Senza opportuni accorgimenti infatti la pressione di rete non è stabile, ma oscilla in funzione della richiesta di aria.
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