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 I COSTI DELL'ARIA COMPRESSA

Parte V, Perdite di Rete
Primo non prenderle
I soldi risparmiati sono i primi guadagnati ovvero, con una metafora sportiva, è meglio non andare
in svantaggio, quantomeno si finirà in pareggio.
A nessuno piace buttare i propri soldi ne tantomeno vederli letteralmente dissolversi nell'aria.
Tuttavia questo è quello che succede nella aziende tradizionali, dove circa il 20% dell'aria
compressa prodotta (e quindi buona parte dei costi di esercizio) viene sprecato attraverso le
perdite di rete. Uno spreco enorme, subdolo, spesso sottovalutato e accettato!
L'aria dispersa attraverso le perdite di
rete rappresenta infatti quasi un quarto di
tutta l'aria elaborata. E' un fenomeno
"mondiale", nel senso che ogni azienda
nel mondo presenta, se non controllata,
questa patologia. Le cause sono, come
sempre, da un lato la scarsa pericolosità
del mezzo aria compressa e l'erronea
percezione che l'aria compressa sia un vettore economico, dall'altro il fatto che le reti di aria
compressa, quasi mai stabilizzate, sono soggette nel tempo a fenomeni di fatica che comportano
microperdite distribuite: le continue fluttuazioni di pressione infatti sottopongono il materiale
delle tubazioni a continue sollecitazioni di trazione e compressione (tipicamente sempre entro i limiti
elastici del materiale) che dopo anni portano a piccole rotture. Anche se singolarmente sono di
modesta entità queste perdite non vanno sottovalutate, perché sono numerose!
Le perdite di rete si possono dividere in due macro categorie:
le perdite rumorose, generalmente dovute al cedimento improvviso di qualche componente oppure
di entità tale da produrre un rumore facilmente udibile anche con l'impianto in esercizio. questo tipo di
perdite viene di solito riparato in azienda alla prima occasione disponibile, magari durante un fermo
linea di manutenzione. Sempre sia rimasto tempo prima della ripartenza perché, purtroppo,
all'aria compressa viene assegnata bassa priorità.
le perdite silenziose, le più subdole, individuabili solamente da esperti del settore con adeguate
tecnologie ed esperienza. Generalmente di piccola entità ma molto numerose sono presenti in
tutte le reti con almeno una decina di anni di vita cui non è stata fatta una regolare manutenzione.
Possono riguardare tratti di tubazione vera e propria, giunzioni, raccordi, valvole di sfiato, manicotti
flessibili. Sono di solito localizzate in posti poco accessibili ( in alto, nascoste da macchinari o
controsoffittature, all'esterno) e in caso di componenti in acciaio in luoghi dove è più probabile la
formazione di ruggine. Alcune di queste perdite sono udibili quando la linea produttiva è ferma, altre
solamente con apparecchiature dedicate, ad esempio ad ultrasuoni.
La recidività delle perdite è un fenomeno poco conosciuto dai clienti, ma è noto a chi come noi fa
questo mestiere da tanti anni. Talvolta è stato fonte di controversia.
Quello che succede è che dopo il primo giro di individuazione, quantificazione e riparazione
delle perdite, ci si aspetta che i consumi diminuiscano: e i consumi in effetti calano per un breve
periodo, ma poi ricominciano ad aumentare e le perdite ritornano al livello precedente?
Cosa è successo?
La ragione è che i punti di perdita rappresentano, per la rete di aria compressa, sono i punti più
deboli della rete al momento dell'analisi e rompendosi fungono da punti di sfogo : in un certo
senso delle rudimentali "valvole di sovrapressione" che proteggono le parti ancora sane della rete:
andando a riparare le fughe si impedisce questo meccanismo di autoprotezione e quando la
pressione si innalza si generano nuovi punti di rottura, che rimpiazzano quelli appena riparati.
Questo fenomeno è molto più marcato nelle reti datate o comunque dove le perdite sono imputabili
all'usura dei componenti. Generalmente occorrono almeno due-tre sessioni per sistemare le perdite
di rete ed superare il fenomeno della recidività
Quanto vale una perdita di rete?
L'azienda Verdi, di medie dimensioni con un consumo medio di 2000 Nm3/h e attenta per filosofia
aziendale ai consumi e alla manutenzione, ha una sala compressori con buone prestazioni
confermate dal consumo specifico misurato pari a 0,1 kWh/Nm3; nel processo di miglioramento
continuo intrapreso fa controllare la rete periodicamente e in un weekend vengono
trovati comunque 47 punti di perdita che generano un extra consumo totale di 100 Nm3/h,
equivalenti al 5% del totale a testimonianza che la gestione e manutenzione della rete sono buone
(mediamente si riscontra il 20% dei consumi in perdite su reti poco manutenute). L'azienda ha un
contratto di fornitura di energia elettrica con un costo unitario di 100 €/MWh (0,1 €/kWh), e i
compressori lavorano per 8000 ore all'anno.
Quelle perdite costavano all'azienda 8000 € all'anno, il payback è inferiore
all'anno.
Controllare le fughe è sempre un investimento di successo.
L'analisi e l'ottimizzazione delle perdite di rete è il mattone su cui poggia l'intero processo
di miglioramento del tuo sistema aria compressa!
Grazie dell’attenzione,
IFC team, FlowProfile
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